Le uve della zona del Cirò Doc

Il "Gaglioppo", vitigno a bacca nera, e il "Greco Bianco", vitigno a bacca bianca, sono le uve tipiche della zona d o c del Cirò.

Accanto a queste varietà abbiamo anche l'uva malvasia e l'uva trebbiano, che possono essere usate in una percentuale massima del 10% per la produzione del Cirò Doc.

 

La qualità delle uve, il microclima generale della zona e la forma di allevamento adottata fanno si che le uve indigene, in annate con andamento climatico regolare, necessitino di pochi o addirittura nessun intervento o trattamento fitosanitario particolare.

È proibita l'irrigazione della vigna, tranne in casi di emergenza e stress idrico della pianta; questo fa si che la qualità del frutto sia sempre ottima.

Il Gaglioppo

Uva Gaglioppo in maturazione nel mese di settembre
Uva Gaglioppo

È la varietà principe della zona del Cirò Doc, dalla quale si ricavano vini rossi, rosati e riserve.

La Casa vinicola Linardi utilizza questa varietà sin dal 1992 anche per produrre il più rappresentativo dei suoi vini bianchi il Galiò, ottenuto da questa uva nera attraverso un particolare e naturale processo di vinificazione.

 

È una varietà con maturazione medio-tardiva (viene raccolta da metà settembre a oltre metà di ottobre). La gradazione zuccherina a maturazione completa può variare dai 18 ai 25 gradi babo, cosa che permette di ottenere un vino che va dai 12 ai 16 gradi alcolici. In alcune zone collinari e con sistemi di allevamento bassi la produzione risulta atta a dare vini da invecchiamento a lungo termine (anche 10-15 anni).

 

Morfologicamente il grappolo, raggiunta la maturazione, si presenta di dimensioni medie, di forma conica e molte volte spargolo (cioè con gli acini distaccati tra di loro), questa caratteristica lo rende anche meno attaccabile dalle malattie funginee, in quanto l'aria e il calore dei mesi estivi riescono ad asciugare le parti interne. Gli acini sono medio-piccoli con la buccia abbastanza spessa e pruinosa, di colore nero-blu o nero-violetto. La polpa è di consistenza media e naturalmente di colore bianco.

 

I sistemi di allevamento della vite utilizzati sono prevalentemente quelli bassi, ad alberello o a spalliera bassa. È una pianta che resiste bene alla siccità e ha una resa di produzione di circa 100-120 quintali ad ettaro in pianura; in alcune zone collinari e con i sistemi di allevamento ad alberello basso la resa può scendere fino a 60-70 quintali ad ettaro.

 

Per la scheda ampelografica ufficiale del Gaglioppo clicca qua

Il Greco Bianco

Uva Greco Bianco in maturazione a settembre
Uva Greco Bianco

Viene usato per produrre il Cirò Bianco. Matura dalla seconda settimana di settembre fino alla prima settimana di ottobre, a seconda dell'andamento climatico dell'annata.

Il grappolo è medio-piccolo, abbastanza spargolo e di colore giallo carico verso la fine della maturazione.

 

L'acidità delle uve a maturazione raggiunta si aggira sui 5-8 g/l in HTH, presentano una composizione acida dovuta in gran parte all'acido tartarico, in quanto l'acido malico viene facilmente "bruciato" dalle alte temperature del periodo estivo; la gradazione zuccherina varia da 16 a 22 gradi babo.

Viene coltivato prevalentemente in pianura e con sistemi di allevamento a spalliera bassa al fine di ritardarne la maturazione. La resa di produzione si aggira sui 100 quintali ad ettaro.

 

Per la scheda ampelografica ufficiale del Greco Bianco clicca qua

I sistemi di allevamento

Pianta alberello Gaglioppo a settembre
Alberello di Gaglioppo a settembre

L'ALBERELLO

L'alberello è un sistema di allevamento della vite che permette un'ottima resistenza alle avversità atmosferiche.

Grazie alla sua vicinanza al terreno e al suo minimo fabbisogno d'acqua è il sistema di allevamento ideale da utilizzare in zone dove si incontrano particolari condizioni climatiche, ad esempio in zone montagnose, dove i ghiacci limitano il deflusso delle acque, o in regioni dal clima caldo e secco, come la Calabria e la Sicilia, dove le precipitazioni sono scarse o assenti per lunghi mesi dell'anno.

 

Nell'area del Cirò la maggior parte dei vigneti creati prima degli anni '50 utilizzano l'alberello impiantato in filari molto stretti, in piccoli vigneti di 2 o 3 ettari e spesso in terreni di collina estremamente scoscesi, dove il cavallo resta ancora il mezzo principale usato per la coltivazione e per la vendemmia. Gran parte dei vigneti sono scrupolosamente accuditi durante l'anno dagli stessi piccoli proprietari, che alla fine della stagione vendono le uve ai vinificatori di tutta la regione.

 

Negli ultimi 20 anni una parte dei viticoltori ha optato per forme di coltivazione diverse dal tradizionale alberello e molti hanno scelto di allevare vigneti a spalliera, un tipo di sistema di allevamento che dà una produzione di uve maggiore ma è molto più sensibile alla siccità che si può avere in Calabria durante le stagioni più secche.

L'alberello invece, essendo una forma di allevamento in uso da centinaia di anni in zona, resiste eccezionalmente al caldo e secco clima calabrese. Grazie alla minore quantità di prodotto che si ottiene da questo sistema di allevamento, rispetto a quello a spalliera, la qualità delle uve è sempre migliore e con il giusto grado zuccherino necessario per produrre il miglior d o c.